lunedì 30 agosto 2021

Come posso alfabetizzarmi con l'alfabeto di chi è 'diverso' da me e che incontrerò in questo viaggio? Weekend formativo residenziale, in cammino con Paulo Freire

Canyon & Bivacco 22, 23 agosto 2021, ultima tappa del percorso formativo pre-partenza per esperienze di mobilità in Brasile - Equipe 2021, Progetto BEA e programma di ricerca e scambi Intereurisland (Bea&Intereurisland).

In cammino verso il Bivacco

Nell'atto del camminare, ad ogni passo, il nostro corpo perde l'equilibrio trovato per raggiungerne uno nuovo. Appoggio dopo appoggio, in una continua alternanza fra momenti di stabilità (conforto) e momenti di passaggio, di 'perdita' di questa stabilità, ci si muove a volte anche senza la consapevolezza che è proprio questa continua alternanza di 'stati' ciò che è necessario per 'spostarsi ', verso la destinazione ... che in portoghese chiamiamo 'destino'.

Questa è una metafora che ci piace molto per condividere l'approccio formativo di questa due giorni residenziale, che ci ha visti in cammino sotto tanti punti di vista, verso il nostro 'destino' della partenza per Petrolina e Juazeiro, in Brasile, nel prossimo mese di settembre.

Il gruppo delle tecniche
La tematica centrale che abbiamo affrontato e approfondito è stata quella del dialogo interculturale. Nello specifico, la giornata di domenica ci ha visti impegnati (in un contesto naturale meraviglioso che si è prestato perfettamente alle attività in programma ... il Canyon) nel gioco di ruolo 'Il ponte di Mostar' (E. Euli E., Soriga A., Sechi P.G., Puddu S., 1995), rivisto e adattato dall'equipe formativa.

L'attività, nella sua proposta originale, ha lo scopo di far "sperimentare le sensazioni che si possono provare incontrando un mondo culturale diverso e completamente nuovo, anche quando le abitudini appaiono ai nostri occhi ingiuste, arretrate e crudeli.". Per raggiungere questo obiettivo formativo, il gruppo è stato diviso ed è stata proposta l'interazione fra la popolazione di un villaggio (molto 'isolato' in un determinato territorio montano) e un gruppo di tecnici/he (ingegneri, geometri/e etc) che vengono invitati dal governo della Valle ad interagire con la popolazione del villaggio, sia per raccogliere informazioni di matrice antropologica e sociale sia per offrire consulenze per la ricostruzione di un ponte abbattuto da una guerra.

Incontro e (non)dialogo con la comunità montana

 

 

Le diverse usanze/costumi/abitudini culturali e sociali dei due gruppi hanno creato le condizioni per un incontro e un (non)dialogo' fra i due gruppi che ha portato i partecipantii ad uscire dalle loro zone di confort, a 'muoversi' verso le(gli) altre(i) in modo non scontato, non 'normale', non lineare ma ... molto più consapevole dei limiti, delle barriere di ciò che troppo spesso si da per scontato, è cioè la capacità personale e del gruppo di incontro e dialogo con altre(i).

 

Il cerchio finale di riflessione su quanto vissuto è stato il Cuore della giornata ed ha racchiuso in se il potenziale formativo che ha permesso di far crescere e maturare la consapevolezza innanzi tutto in merito ai limiti, alle barriere, alle criticità che esistono e si creano quando si da per scontato di essere capaci e pronti alla relazione.

Attraverso la riflessione, però, è stato possibile anche far emergere atteggiamenti, attitudini, strategie, nuovi cammini che possono portare ad una relazione 'autentica', non violenta, di vero dialogo con chi è 'diverso' da noi. E questo si è trasformato nel momento formativo per eccellenza, seguendo un approccio che l'equipe di coordinamento Bea&Intereurisland ha scelto in modo specifico quest'anno: il riferimento, la ri-lettura e ri-proposta del pensiero, della proposta politico-pedagogica e della praxis del grande pedagogista brasilaino Paulo Freire. Quali migliori spunti, allora, proprio quelli da lui proposti in merito alla continua antitesi fra dialogo e anti-dialogo?

Nel cerchio formativo di chiusura dell'attività, quindi, a seguito di un primo giro di condivisione, si è aperta la discussione attraverso uno spunto formativo e una questione, alla quale si è cercato di rispondere basandosi su sensazioni, emozioni e azioni sperimentate durante la dinamica ma anche sul vissuto di ogni partecipante. 

Lo spunto formativo:

Esperienza (proposta da Camilli durante una LIVE del Circulo di Cultura Paulo Freire del DCH III, UNEB) dell’incontro del pedagogista brasilano Freire con giovani universitari in Pelota, in occasione di un incontro del Movimento sem Terra (MST). Durante questo incontro, “gli studenti gli hanno chiesto: ‘Noi vogliamo molto andare negli insediamenti (assentamentos) dei Sem Terra e aiutare alla loro alfabetizzazione. Lei cosa ci può dire?’ E lui - Paulo F. - risponde: “Guardate bene miei giovani. La prima cosa è andare lì e alfabetizzarsi con il loro alfabeto. Loro hanno un proprio alfabeto. Non andate lì a portare quello che voi sapete, quello che avete imparato nei libri, andate lì a comprendere e imparare quello che loro, l’MST, sa.”.

Quale messaggio più profondo e significativo potrebbe essere condiviso con studentesse(i) in formazione per un'esperienza di scambio??

La questione:

"Quali atteggiamenti, capacità, competenze possiamo scegliere e vivere, mettere in atto/utilizzare, sviluppare per cercare di 'alfabetizzarci con l'alfabeto di chi è diverso da noi e che incontreremo in questa esperienza di mobilità in Brasile?"

Una chiave di ri-lettura e ri-proposta dell'esperienza di Paulo Freire è quella di contestualizzare nello spazio e nel tempo quanto viene approfondito e proposto. Su questa linea, infatti,  la ricchissima condivisione di riflessioni ci ha regalato degli spunti che verranno approfonditi dal punto di vista teorico e pratico lungo tutto l'arco di tempo dell'esperienza di mobilità nelle città di Juazeiro-BA e Petrolina-PE, nella regione Nordest del Brasile, in programma da metà settembre a metà dicembre di quest'anno, 2021.

Una prima indicazione espressa è quella di osservare

"Alfabetizzarsi è sicuramente osservare l’altro senza metterlo a paragone con il proprio punto di partenza. Alfabetizzarsi significa capire come agisce l’altro e provare anche a imitarlo" (A.)

Una seconda indicazione è quella di sospendere il giudizio e ogni nostra certezza

"Ogni persona è altro da noi così come noi stessi siamo altro per chi ci sta di fronte. Non possiamo 'usare' l’altro come schermo per la nostra individuale proiezione. Occorre saper vedere l'altro nella sua distanza e differenza da noi così come nella sua possibile vicinanza e comune appartenenza. Per questo, forse, il primo passo è semplicemente quello della sospensione. Della messa in parentesi di ogni certezza (spesso solamente culturale) per poter accogliere la novità; e crescere. Osservo, sospendo il giudizio e ascolto." (C.)

"Sto accanto alle persone con l’idea di conoscerle con uno sguardo puro, pulito, con stupore, che vuole capire cosa è importante e significativo per l’altra persona anche se per me non lo è e/o lo potrei giudicare insignificante per i miei valori e la mia cultura...

Capisci cosa per me è importante e anche se lo fai per il mio bene (o lo pensi) ... non mi giudicare mai con le parole, con i fatti, con la tua comunicazione non verbale." (R.)

Una terza indicazione è quella di chiedere quando non si conosce e non si sa

"Dunque, alfabetizzarsi, per me, significa avere l'umiltà di chiedere quando non sai, o pensi soltanto di sapere. Perché alle volte per paura di non sembrare all'altezza, ci ritroviamo a non esserlo per davvero. Alfabetizzarsi è riscoprire il silenzio, fondamentale per osservare: spesso mi sento perso in un dire e ridire concetti in cui credo ma che non ho ancora metabolizzato, e mi ritrovo a pensare a quanto sarebbe meglio stare semplicemente zitto e osservare, per capire davvero chi ho di fronte." (A.)

Una quarta indicazione è quella di chiedere si, ma ... 'usando domande buone'

"Per quanto SIA SAGGIO che ci hanno/abbiano insegnato/educato a porci i PERCHE ... Quando conosco una persona EVITO il PERCHE, perché potrebbe suonare interrogativo e giudicante...

Camminami accanto e chiedimi "come sto, cosa voglio, come posso raggiungerlo, chi può aiutarmi, etc etc etc"...

Forse non so neanche io il perche delle cose che faccio... e chiedermelo potrebbe bloccarmi... Forse non so rispondere perche amo quella persona, ma so che senza di lei potrei non "vivere"... e te lo racconto se parto da un altro lato della storia." (R.)

Una quinta indicazione è quella di ... immergersi e conoscere il contesto che ci accoglie

"Ecco, credo che alfabetizzazione nel nostro caso significhi riuscire a comprendere la grandezza, la bellezza, la ricchezza nel contesto in cui ci si trova." (A.)

Una sesta indicazione è quella di comprendere quale sia il nostro compito, o meglio: ricordarci e non perdere di vista quale sia il vero fine (nell'incontro con l'altra/o)

"Per alfabetizzarsi è necessario ricordarsi, sempre, che stiamo interagendo con un altro mondo e che la sua conoscenza e il rispetto per esso non può passare in secondo piano: il nostro fine primario deve essere la conoscenza, per far sì di instaurare una relazione rispettosa ed efficace, così da poter imparare e risultare effettivamente utili." (L.)

Un'ulteriore indicazione la propongo io stesso, sulla base di un contributo dato a fine esperienza da una dei partecipanti e perchè su questo si lavora spesso nel percorso formativo pre-partenza:

"Alfabetizzarsi significa capire quale è la nostra alfabetizzazione per capire dove inizia quella altrui." (A.)

Quanto è importante e significativo conoscere le/i proprie/i radici, cultura, motivazioni, desideri, paure, interessi ... per entrare in relazione con l'altro(a)?

 

 

A seguito del momento vissuto nel Canyon, la due giorni formativa è continuata con lo spostamento verso il passo, dove sono state lasciate le macchine, e la salita verso il bivacco che ci ha ospitati per la cena, il cerchio di condivisione della sera, il riposo notturno, il risveglio e l'ultimo momento formativo.


 

Risveglio corporeo
Grazie Alessio, Anna, Arianna, Caterina, Elisa, Lucrezia, Roberta, Simone e Valentina per aver camminato assieme in questi due giorni. Per esserci stati, in apertura e connessione con le(gli) altre(i) e la natura, per aver condiviso così profondamente parte dei vostri pensieri, emozioni, vissuti, paure, speranze, sogni. Un grazie speciale ai facilitatori/formatori Roberta e Simone.

Un impegno che ci prendiamo come equipe di coordinamento è quello di accompagnare le(gli) studentesse(i) coinvolte(i) in questa esperienza, cercando di creare le migliori condizioni formative, anche per rispondere alle questioni che sono state poste nel cerchio di valutazione di questi giorni.

"Sembra facile detto a parole ma mi rendo conto che non lo è nella pratica. Subito mi sorge un pensiero disturbante: ma cosa significa veramente ascolto non giudicante? Sospensione del giudizio? È possibile? O siamo "condannati" al relativismo della nostra prospettiva? Dove stanno i limiti di ciò che può e non può essere giudicato. Come mi devo approcciare ai casi estremi di disconoscimento e calpestamento di diritti umani universali che la stessa cultura non riconosce?"

Il gruppo in partenza verso il bivacco
 

Allora buon cammino a noi,

Nicola Andrian (coordinatore programma Intereurisland)

Il materiale condiviso in questo post (que integra la documentazione della ricerca post-doc Intereurisland - dal locale al globale - PPGESA / UNEB), è parte di un articolo scientifico in fase di valutazione per la pubblicazione in una rivista italiana, in memoria dei 100 anni dalla nascita di Paulo Freire.

Riferimenti:

Camini, I. (2021) A pedagogia freireana fundamentando a Pedagogia da Terra no MST, LIVE

Euli, E., Soriga A., Sechi P.G., Puddu S. (1995) Percorsi di formazione alla nonviolenza. Satyagraha

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